Uno studio presentato sotto forma di poster alla North American Cystic Fibrosis Conference ha mostrato come i livelli di vitamina D in pazienti con deficit vitaminico e compresenza di fibrosi cistica (FC) aumentino grazie ad una singola somministrazione di questa vitamina a dosaggio elevato (stoss therapy).
Come è noto, la carenza di vitamina D può portare a stati di cattiva salute delle ossa (osteomalacia) ed è stata associata a un peggioramento della malattia polmonare nelle persone con fibrosi cistica.
Ciò premesso, e nonostante la prescrizione di un intervento di integrazione giornaliera di vitamina D per le persone affette da FC negli Usa, è ancora frequente nei reparti specializzati per la cura della fibrosi cistica (pediatrici e per adulti) il riscontro di situazione carenziali di vitamina D.
Disegno dello studio
Nello studio presentato al Congresso, i ricercatori hanno preso in considerazione 56 pazienti con FC con livelli di vitamina D inferiori a 30 ng/mL per verificare se un’integrazione singola a dosaggio elevato di vitamina D (500.000 UI) nella pratica clinica di routine fosse in grado di permettere il raggiungimento in questi pazienti di livelli di vitamina D uguali o maggiori di 30 ng/ml.
I pazienti inclusi avevano un’età pari o superiore ai 5 anni e provenivano dai centri per la cura della fibrosi cistica pediatrica o degli adulti presso il Centro Medico dell’Università del Vermont, frequentando il centro di persona o virtualmente (telemedicina).
Dei 56 pazienti considerati, 35 (62%) avevano un livello di vitamina D compreso tra 20 ng/mL e 29 ng/mL e 21 (38%) avevano un livello inferiore a 20 ng/mL al basale, con un intervallo complessivo compreso tra 5 ng/mL e 29,8 ng/mL.
I ricercatori hanno somministrato a 45 pazienti il dosaggio stoss e a 37 pazienti è stato ripetuto il dosaggio dei livelli di vitamina D dopo una media di 115 giorni (range, 45-238 giorni).
Risultati principali
Dai risultati è emerso che 17 pazienti (46%) hanno raggiunto livelli di vitamina D pari o superiori a 30 ng/mL, mentre sette (19%) avevano livelli di vitamina D pari o inferiori a 20 ng/mL dopo una singola somministrazione vitaminica a dosaggio elevato, con un range complessivo compreso tra 6 ng/mL e 51 ng/mL.
Pertanto, alla luce di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che “questa modalità di somministrazione di vitamina D a dosaggio elevato in monosomministrazione potrebbe essere implementata con successo nella pratica clinica di routine dei pazienti con FC in quanto aumenta efficacemente i livelli di vitamina D nei pazienti con FC e situazione vitaminica carenziale.