Fibrosi Cistica Emilia

Un test urinario per monitorare la risposta al trattamento

Uno studio recentemente pubblicato su Annals of Internal Medicine ha messo a punto un test urinario di facile esecuzione che potrebbe rivelarsi utile, nel prossimo futuro, per monitorare la risposta al trattamento e la progressione di malattia in pazienti affetti da fibrosi cistica.

In questo studio i ricercatori hanno scoperto che l’escrezione di bicarbonato nelle urine rappresenta un possibile marker di funzionalità della proteina CFTR, ovvero della proteina regolatrice della conduttanza transmembrana nella fibrosi cistica (FC), un canale ionico che, se soggetto ad alterazioni, causa ostruzione di muco, infezione, infiammazione cronica e fibrosi.

Razionale e disegno dello studio
“La malattia renale associata alla FC rappresenta un campo di ricerca di crescente interesse – sottolineano gli autori dello studio nell’introduzione al lavoro -. In particolare, i pazienti con FC si caratterizzano per una marcata riduzione della capacità di aumentare l’escrezione renale dopo carico di bicarbonato sodico per os”.

Lo studio, prospettico e osservazionale, si è proposto l’obiettivo di studiare l’associazione tra l’escrezione di bicarbonato nelle urine con la severità di malattia e la risposta al trattamento con la terapia triplice elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor (ETI) in 50 pazienti adulti con FC (39 dei quali hanno portato a termine lo studio).

Come è noto, la terapia ETI ha significativamente migliorato la cura della FC in ragione della sua capacità di ripristinare la funzione della proteina CFTR (alterata in presenza di malattia) a livelli pressochè prossimi alla norma. Ciò comporta un miglioramento della funzione polmonare e della qualità della vita, riducendo al contempo le esacerbazioni polmonari e l’ospedalizzazione.

Risultati principali
Dall’analisi è emerso che due test da carico di bicarbonato per os, uno prima del trattamento con ETI e uno 6 mesi dopo, hanno mostrato che la ridotta escrezione di bicarbonato era associata con le caratteristiche della FC, mentre il livelli di escrezione del marker crescevano in modo significativo con la terapia a base di ETI.

L’escrezione più elevata di bicarbonato è risultata associata ad un miglioramento della funzione polmonare, sufficienza pancreatica e ad una riduzione del rischio di sviluppo di infezioni sostenute da pseudomonas. L’escrezione di bicarbonato è aumentata di quasi il 70% rispetto a quella osservata nei volontari sani dello studio – valori prossimi alla norma – a seguito del trattamento farmacologico (i ricercatori hanno anche notato, a questo riguardo, che l’effetto di ETI sull’escrezione di bicarbonato era meno pronunciata nei pazienti con mutazioni da funzione minima e mutazioni da funzione residua).

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato che “..con l’aumento del numero di modulatori di CFTR disponibili, si impone la necessità di identificare dei biomarcatori più sensibili per validare e quantificare la risposta al trattamento”.

Pur con tutti i limiti metodologici ammessi dagli stessi autori dello studio (disegno monocentrico, mancanza di gruppo placebo di controllo, inclusione prevalente di pazienti meno severi), i risultat ottenutii sono molto promettenti e, se verranno confermati da studi di più ampie dimensioni,  potrebbero suggerire l’ affiancamento del test dell’escrezione urinaria di bicarbonato per os al classico test del sudore per comprendere meglio la funzionalità della proteina CFTR, soprattutto dove la terapia con ETI non sembra funzionare secondo le attese.